A bright light

Spettacoli, teatro e Cabaret

31.03.2023
GranRex

Orari
Ore 20:30

Entrata
Entrata: CHF 12.-/10.-/8.-/6.-/
Riduzioni per AVS, membri Alliance française. Studenti gratuito

Maggiori informazioni
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A bright light

Per la prima volta i circoli del cinema ticinesi propongono una rassegna non dedicata ad un regista, ad un attore o ad una tematica specifica, bensì ad un distributore, nella fattispecie la Sister Distribution di Ginevra. Scorrendo la lista dei film scelti si evince la qualità degli stessi. La Sister ha in catalogo film di grandi registi quali Ryûsuke Hamaguchi, Hong Sang-soo, Albert Serra, Kelly Reichardt e tanti altri. Ecco spiegato il motivo per cui si è scelto questo distributore. Sono 13 le pellicole che passeranno nelle quattro sale ticinesi. La fetta più grossa al GranRex di Locarno.

Svizzera 2018 Regia e sceneggiatura: Emmanuelle Antille; fotografia: Carmen Jacquier; montaggio: Laurence Vaes, Emmanuelle Antille e Emilie Morier; Produzione: Rubis Films e Intermezzo Films Colore, v.o. inglese/francese; st francese; 94’

A Bright Light-Karen and The Process della regista svizzera Emmanuelle Antille, è un ritratto misterioso e toccante di una delle artiste più emblematiche (e segrete) della storia della musica. La regista percorre le tracce di Karen Dalton, accarezza con il suo sguardo acuto i luoghi che l’hanno accolta, ne assapora le atmosfere e ne restituisce l’aura grazie alle testimonianze delle persone che le sono state vicine.

Il film non vuole ricostruire cronologicamente la storia di una musicista dal destino tragico, eccezionale, fortemente libera, che ha rifiutato il sistema e i suoi compromessi, una delle voci più sorprendenti degli anni ’60, adorata dai suoi fans, sconosciuta al grande pubblico. Attraverso questa figura emblematica, il film per contro segue la ricerca di libertà e di espressione, un'indipendenza nel bene e nel male. Dal Colorado a Woodstock, da New Orleans a New York, tre donne viaggiano attraverso il paese alla ricerca di questa musa. Emmanuelle Antille utilizza le immagini come fossero delle tracce fugaci di un passato incerto: le deforma, trasforma e interroga, nella speranza di estrapolarne l’essenza. Karen Dalton ha vissuto in equilibrio costante tra realtà e oblio, fra palcoscenico e semi eremo, alla ricerca di un’impossibile pace interiore. Il film di Antille si nutre di quest’ambiguità e la sublima attraverso il gesto filmico. 

(da Muriel Del Don, www.cineuropa.org)